Sym-Bállein

Coreografia di Michela Barasciutti
Regia di Michela Barasciutti e Stefano Maria Ricatti
Musiche originali di Stefano Maria Ricatti eseguite dal vivo dal Ricatti Ensemble
Danzatori:
Michela Barasciutti, Carlotta Plebs, Simonetta Dadamo, Alessia Cecchi
Musicisti del “Ricatti Ensemble”:
Oreste Sabadin, Roberto Favaro, Damiano Visentin, Enrico Pini, Ivan Trevisan
Costumi: Laura Lena
Luci: Federica Preto

 

In “Sym-Bállein“ (dal greco: incontro, unione) ho voluto disegnare l’incontro e lo scambio con l’altro.

Tutto questo sotto forma di un incontro che è gioco, dove due linguaggi universali come la musica e la danza si sposano, dove musicista e danzatrice si specchiano e si scoprono l’uno “strumento” dell’altro; quindi gioco musicale, gioco di danza, fluire di energie, gioco pieno di umanità, incontro tra colori e umori tra sguardo e gesto, dove tutto inizia, si sviluppa, si unisce o si separa.
Tutto è in movimento e inizia ancor prima della rappresentazione e continuerà anche dopo quando caleranno le ultime luci sull’immagine scenica.
Tutto è sospeso eppure in continua evoluzione.
Mi piace sentirlo e vederlo così, perché apre infinite possibilità al rapporto con gli altri nelle sue complessità.

 

Michela Barasciutti

 

Vivere le forme, anche attraverso la praticabilità di uno spazio, è un’idea perseguita e condivisa da molto tempo dal Ricatti Ensemble, sia nei diversi progetti teatrali (“Ulissi di mari in eclissi”, “Noi brilleremo”, “Guaiamariaunmal”), sia nelle performance ai Buskers festival, nelle animazioni di piazze, contrade e “non luoghi”, oltre che in altri e molteplici coinvolgimenti.

In “Sym-bàllein” è l’emozione del desituarsi e dello sporgersi verso l’incontro tra pluriversi mondi a muovere il gioco, una danza di convergenti differenze, disponibili alla variazione e all’arricchimento di senso che ogni relazione promuove.
La ricerca monodica del fagotto, accolti gli interrogativi del clarinetto e la solarità del sassofono, si fa plurale nella fisarmonica, lungo le possibilità suggerite dal contrabbasso e dalle percussioni, che sono terra e territori, tracce d’inarrestabili metamorfosi.
La suite diviene mappa sonora per musicisti itineranti e danzatrici, che condividono gesto-suono-caratteri, verso combinazioni e prospettive cangianti, previste e/o improvvise.

 

Stefano M. Ricatti