I SOLITI IGNOTI
(dedicato a Mario Monicelli)
Produttori del nuovo allestimento:
Camerata Musicale Barese (debutto: Teatro Petruzzelli – Bari 18 novembre 2011)
Festival VeneziainDanza (replicato: Teatro Malibran – Venezia 3 dicembre 2011)
Uno spettacolo che parla degli italiani e dell’Italia, dal Nord al Sud, attraverso la canzone popolare e quella d’autore fino a Puccini.
Un viaggio in questo paese caleidoscopico fatto di colori, di lingue, di culture che pure si ritrova riunito sotto un solo nome: Italia.
Coreografia e regia di Michela Barasciutti
Interpreti: Federica Iacuzzi, Alessia Cecchi, Valerio Di Giovanni, Giulio Petrucci, Marika Vannuzzi
Musica dal vivo: Oreste Sabadin al clarinetto
Ricerca ed elaborazione musicale: Stefano Costantini
Scene e costumi: Michela Barasciutti
Realizzazione costumi: Lorenza Savoini
Luci: Marco Monteduro
Una produzione:
Točnadanza Venezia
Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Comune di Venezia, Regione del Veneto, ArcoDanza
in co-produzione con
Festival di Danza “Città di Montegrotto Terme”
Un viaggio in “questa” Italia attraverso le canzoni e le musiche di casa nostra.
Dal Quartetto Cetra a Battiato, passando per molte altre canzoni popolari e colte fino a Puccini e De André, il tutto con la cornice di una selezione di dialoghi tratti dal Film “I soliti ignoti” di Mario Monicelli.
Uno sguardo sull’Italia e su noi italiani, sui nostri difetti e sui nostri pregi, con affettuosa auto-ironia, così come diceva di noi Winston Churchill: Gli Italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre.
Aggiungeva Mario Tobino: L’Italia è bella, è fatta di uomini bizzarri e di eroi.
Un popolo strano, descritto così da Ennio Flaiano: Questo popolo di santi, di poeti, di navigatori, di nipoti, di cognati…
Concludiamo questa piccola rassegna di citazioni con l’indimenticato Enzo Biagi: Cara Italia, perché giusto o sbagliato che sia questo é il mio paese con le sue grandi qualità ed i suoi grandi difetti.
E’un percorso leggero ma profondo, ironico, intimo, amaro, solidale, forte perché consapevole, per assaporare sensazioni già vissute e riscoprire qualcosa che già ci appartiene ma che forse vediamo per la prima volta. E affettuoso e delicato vuole essere l’omaggio a M° Mario Monicelli per la sua opera cinematografica.